Bella escursione ad anello con partenza presso la Conca dei Parpari e che offre splendidi panorami sulla Lessinia in provincia di Verona Veneto, con la possibilità di raggiungere Cima Trappola (siccome c’era ancora neve e non avevo l’attrezzatura, ho evitato). Il percorso è di media difficoltà se si percorrono le creste, come ho fatto io; altrimenti diventa un percorso abbastanza facile (io parto sempre dal presupposto che chi mi legge abbia un minimo di allenamento e conoscenza della montagna). Si toccano anche Passo Malera e Malga Malera, con viste mozzafiato sul Gruppo del Carega. Ti ho convinto? Dai, partiamo!

SINTESI DEL PERCORSO:
- PARCHEGGIO: dopo la Conca dei Parpari Lessinia
- PARTENZA: ben visibile all’inizio del parcheggio
- SVILUPPO: circa 9,5 km
- DISLIVELLO: circa 400 metri D+
- DIFFICOLTA’: facile/media (facile se si segue solo la strada sterrata)
- TIPOLOGIA SENTIERO: anello
- SEGNAVIA: 253 alla partenza poi 250 e tracce e segni sbiaditi su cresta fino a Passo Malera. Poi seguire per Malga Malera e nuovamente per Conca dei Parpari
- PUNTI DI APPOGGIO: Malga Malera verificare aperture
- PERIODO: aprile-ottobre o comunque in assenza di neve. La strada sterrata da percorrere con neve la si deve valutare in base alle proprie capacità ed esperienze.

DESCRIZIONE ITINERARIO LESSINIA
Arrivati alla Conca dei Parpari, proseguo in auto oltrepassando la Malga Parparo Vecchio per altri due minuti fino a trovare un parcheggio sul lato destro della strada. Lascio lì l’auto e incontro pochissime persone. Sono tantissimi anni che non faccio questo giro, sebbene la meta per oggi fosse un’altra.
Parcheggio l’auto e mi avvio lungo la strada, inizialmente asfaltata per un breve tratto, che si trova all’ingresso del parcheggio, poco dopo trovo un laghetto dove le mucche vanno a bere, sulla destra, insieme ai pannelli informativi (sentiero 253) del Parco Regionale della Lessinia. Da qui la strada si trasforma in un sentiero sterrato, ampio e comodo da percorrere. Lo scenario mi infonde serenità in questo venerdì di aprile. Il sole splende, gli uccellini cantano e i dolci pascoli della Lessinia si fondono in un quadro di perfetta armonia. Alla fine si capisce che non serve molto per trovare un angolo di pace e relax. La montagna mi regala anche questo, oltre a tante altre emozioni, a volte difficili da mettere in parole.



Proseguo e incontro una deviazione che indica anche il sentiero E5, ma continuo dritto lungo il sentiero 250. Un branco di camoscio allieta il passaggio, pascolano tranquillamente.
Prendo sulla curva una deviazione a destra che sale ripida sulla cresta: oggi voglio ammirare bene il panorama. Bisogna prestare molta attenzione alla cresta perché, se da questo versante risulta essere un pascolo più o meno ripido, dall’altro quello di Giazza risulta piuttosto verticale e senza protezione. Quindi mi tengo lontana dal precipizio.

Soprattutto nel caso in cui ci fosse neve e non si è esperti, non percorrete le creste.
Quassù i camosci si muovono in tutta tranquillità, mentre il panorama verso il Carega, coperto di neve, si fa ammirare luminoso e bianco sul verde invernale dei pascoli della Lessinia. Un vero e proprio scenario da cartolina.


Proseguo con un continuo saliscendi, per poi affrontare l’ultima salita verso il passo. In questo tratto mi mantengo più bassa rispetto al crinale, attraversando un passaggio tra le rocce segnato da sbiaditi segnavia rossi. La traccia è ben visibile. Immersa nei miei pensieri, vengo distratta dal richiamo delle marmotte che, poco più in basso, sembrano giocare o forse litigare; non sono sicura, so solo che il loro comportamento è divertente. Anche loro si sono appena risvegliate dall’inverno.
Qui la traccia non è più evidente, è solo pascolo. Tuttavia, conoscendo la direzione del passo, seguo a mezza costa il pendio erboso e poi mi rendo conto che la traccia era sulla cresta. Vabbè… pazienza! Una vecchia freccia in legno indica il segnavia che si fa ripido in salita; sotto la freccia si nota un buco (fare attenzione), tipico della Lessinia.


Arrivo così al Passo Malera a 1722 metri dove incrocio anche il sentiero che he arriva dal rifugio Pertica. Da qui si potrebbe salire a Cima Trappola.
Al passo Malera, prendo il sentiero pianeggiante sulla sinistra verso Malga San Giorgio, come indicato dal segnavia. L’altro sentiero che sale porta a cima Trappola, ma c’è ancora neve e oggi non sono attrezzata.
Scendo verso Malga Malera, che si trova sulla destra. Da qui posso scendere anche a Malga San Giorgio, ancora sulla destra, oppure proseguire a sinistra per il ritorno verso la Conca dei Parpari, completando così il mio giro ad anello.


Nel frattempo il cielo, nonostante un raggio di sole che mi riscalda, si è fatto nuvoloso. Le previsioni indicavano nuvolo a partire da mezzogiorno, ed eccolo qui. La strada ora si fa comoda e larga; è quella che avevo seguito all’inizio, poi abbandonata per percorrere le creste.
Suggerisco a chi non ha molta dimestichezza di seguire questa stessa strada anche all’andata, arrivando a Malga Malera, al Passo Malera o a Malga San Giorgio, in base al proprio allenamento e alle proprie capacità.
TRACCIA GPX ANELLO CONCA DEI PARPARI E PASSO MALERA
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