Il “Sentiero Tre campanili al vento” è un percorso ad anello di circa 25 km con un dislivello positivo complessivo di 1.150 metri. Si può completare in circa 8 ore, ma è consigliabile suddividerlo in due giorni per godere appieno dell’anello, ricco di interessi storici e naturalistici. Di seguito troverai anche i punti di appoggio per mangiare e dormire, oltre alla traccia del percorso. Ben segnalato con frecce e segnavia di colore verde fluo, il “Sentiero Tre campanili al vento” si sviluppa su diversi tipi di terreno, tra cui asfalto, terra battuta e ghiaia. Non presenta tratti particolarmente esposti, ma alcune sezioni sono caratterizzate da pendenze ripide che richiedono attenzione.

Il sentiero è un percorso di circa 25 chilometri, con salite e discese leggere, sempre facile e immerso nella natura. È ben segnalato con frecce e pannelli che mostrano pagine importanti dal libro “Tre campanili al vento” e altre opere di Rino Mecenero. Camminando, si scopre la cultura di un paese che sembra fermo nel tempo, grazie ai brani letti lungo il percorso. La natura intorno è molto bella. Il percorso ad anello attraversa boschi, valli e piccoli paesi, raccontando la storia di un luogo nato dall’antico “popolo cimbro” arrivato qui poco dopo l’anno Mille.

Dove siamo?
Sulle Piccole Dolomiti in Veneto, sorelle minori delle più famose Dolomiti, accomunate dalla tipologia di roccia, la Dolomia. La partenza può avvenire da tre punti principali del sentiero nell’alta Valle del Chiampo, in provincia di Vicenza. Si può partire da Durlo, da Campodalbero, o da Marana, poiché in questi luoghi si trovano facilmente aree adibite a parcheggi. Nulla vieta di partire da altri punti. Io descriverò l’itinerario che abbiamo fatto con partenza da Durlo.
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SINTESI DEL PERCORSO TRE CAMPANILI AL VENTO

- PARCHEGGIO: presso la Chiesa di Durlo
- PARTENZA: vicino la Chiesa di Durlo, alla Fontana del Leon
- SVILUPPO: circa 25 km
- DISLIVELLO: circa 1120 D+
- DIFFICOLTA’: media per la lunghezza
- TIPOLOGIA SENTIERO: anello
- SEGNAVIA: frecce azzurro verde ben segnalato
- PUNTI DI APPOGGIO: previa verifica aperture: Cà dei Nonni, Albergo la Campana, Baita del Veronese, ristorante albergo la Betulla.
- PERIODO: aprile/novembre o comunque in assenza di neve/ghiaccio
DESCRIZIONE ITINERARIO
Partenza quindi dalla Fontana del LEON a Durlo (noto punto di partenza anche per il sentiero dell’acqua). Trovi tante escursioni in zona nel mio primo eBook Le più belle escursioni a Crespadoro e dintorni. Scendo per iniziare il Sentiero dell’acqua, ben indicato, in discesa tra fresco bosco e ruscelli. In questa piazzetta si trova anche il monumento ai caduti e il punto di partenza appunto per il sentiero La Via dell’Acqua, che percorreremo brevemente anche in questa escursione. Proseguo lungo il sentiero verso il Buso delle Anguane.



Di giorno serpenti e di notte splendide donne: la leggenda narra che assumevano le sembianze di Ninfe o Dee dell’acqua, con occhi azzurri e capelli corvini. A volte erano descritte come metà donne e metà rettile o anfibio.
La figura mistica delle Anguane è raccontata e raffigurata in molte storie locali, tra racconti, detti popolari e modi di dire.
Nella tradizione popolare, la grotta è indicata come riparo per queste creature: il Buso delle Anguane.
Leggende che da secoli si tramandano in queste terre, le cui storie venivano narrate durante i “filò”, momenti di incontro tra famiglie nelle stalle, dove c’era chi raccontava storie, chi cuciva e chi ascoltava.
Proseguiamo lasciandoci alle spalle la chiesa di Durlo. A un certo punto incontriamo un bivio: leggermente in salita a sinistra si prosegue verso la sorgente, ma noi continuiamo in leggera discesa a destra (forse è più corretto dire che manteniamo il sentiero principale leggermente a destra). Arriviamo così alla prima indicazione per il Buso delle Anguane, sentiero numero 2. Proseguiamo dritti oltre il ruscello e risaliamo tra i prati fino a raggiungere due case disabitate con un grande recinto per le caprette, davvero simpatiche e carine. Non posso negare di essermi fermata a lungo a parlare con loro e accarezzarle. Saliamo due curve passando dietro le case, dove troviamo evidenti segnavia: il Sentiero delle Anguane ora è il numero 3. Prosegue in mezzo al fitto bosco in discesa; percorrerlo in piena primavera ed estate potrebbe rendere la vegetazione un po’ d’intralcio. Tuttavia, da qui in poi il sentiero diventa sempre più stretto e ricco di vegetazione. Raggiungiamo in poco tempo l’ingresso del Buso delle Anguane.
Verso contrà Pozza


Dalla Grotta delle Anguane (ricordo che tutto l’itinerario è davvero ben segnalato), scendi giù sulla strada fino a Contrà Langari e prosegui su strada asfaltata, sempre ben segnata. Ai Langari si prosegue sulla destra, passando prima dalla fontana, e si devia a destra in discesa. Si oltrepassa un ruscello molto suggestivo, ideale per una buona rinfrescata, fino a raggiungere la famosa e suggestiva cascata dei Papalini, di cui vi ho parlato molto. Proseguiamo verso Contrà Pozza, ma questa volta il sentiero volta a sinistra, mentre io sono sempre salita a destra, passando davanti alle due case diroccate. Il sentiero sale molto tranquillamente rispetto all’altro e arriva a Contrà Pozza con l’antico oratorio.

Oratorio di Mattia: è un autentico gioiello di eleganza e di finestre rustiche, riportato all’attuale forma dal Matio Pelizaro della contrada verso la metà del secolo scorso, già arricchito di sue poderose statue in parte scomparse o spostate e di particolari architettonici di graziosa fattura.
La grossa contrada figura assai isolata dal centro. In un cartiglio interno dell’altare, del 1749, si legge: “A peste animalorum libera nos Domine”, segno dedicatorio per la salute del bestiame, la ricchezza dominante del tempo.
(da Catalogo della scultura popolare)
Verso contrà Meceneri


Avanti ancora fino alla croce del Zancon, punto molto panoramico sulla vallata Alta Valle del Chiampo, dove i segnavia ben visibili indicano di proseguire dritto. Si attraversa una bella contrada dove una casa presenta un dipinto molto bello, con molti fiori curati e ben tenuti. Poco oltre, si scende su sentiero a Contrà Meceneri, dove si trova la CASA NATALE di RINO MECENERO, da visitare.
Biografia
Rino Mecenero
(23.01.1925 – 16.06.2016)
Nato a Crespadoro nell’omonima contrada. Sposato con Adriana, con la quale ha avuto 5 figli. Insegnante di scuola elementare (insignito della Medaglia d’Oro con decreto del Presidente della Repubblica). Amante di tutte le forme d’arte, ha sperimentato scultura, pittura, musica, poesia. Ha eseguito numerose pitture murarie e su tela. Fondatore di un Coro di montagna (I Montanari) e del Coro Misto di Crespadoro, del quale è stato direttore per 25 anni, ha composto un vasto repertorio di canti religiosi e popolari. Interessato alla storia locale, ha prodotto numerosi articoli e pubblicazioni che raccolgono la cultura e le tradizioni del territorio. Negli ultimi anni si è dedicato alla poesia. Da sempre impegnato in campo sociale, anche in ambito extrascolastico, nell’Amministrazione comunale e nelle associazioni locali, ha ricevuto numerosi riconoscimenti. È stato promotore del locale museo etnografico.

Verso Marana
Poi si sale oltre la fontana, tutto ben segnato fino ai segnavia e alla piccola croce in legno, dove è presente una panchina per una sosta. Qui si devia a destra lungo la strada sterrata, il sentiero che in tempi antichi i bambini che abitavano la contea Mecenero, che contava oltre 100 abitanti, facevano per andare alle scuole “alte” a Marana.

Si arriva così con una breve salita non troppo dura fino alla chiesa di Marana, il secondo campanile al vento, passando per la contrada Chele.

Siamo a Marana, proprio sotto la chiesa, e manca ancora un bel tratto da fare. Infatti, il mio consiglio è di dividere il percorso in due giorni, così da poter fermarsi a visitare le contrade e percorrerlo con tranquillità.
Dove possiamo dormire?
Alla Campana a Marana Albergo Ristorante Campana Via Pasquali 7 Marana di Crespadoro, 36070 Vicenza VI .

All’agriturismo I Nonni, non per pubblicità ovviamente ma io lo adoro, mio parere personale. Tel. 0444 122 0072, Via Zanconati, 11, 36070 Crespadoro VI.


Alla Chiesa di Marana, meritiamo un momento di relax sulle sue panchine godendo il panorama verso la vallata del Chiampo e la Purga di Durlo, nostro punto di partenza. Proseguiamo oltre la chiesa su strada asfaltata per qualche centinaio di metri e, nei pressi di una croce sul ciglio della strada, svoltiamo a sinistra. Tutto è ben segnalato, devo dire che la segnaletica è perfetta. Fino a Contrà Gebbani, punto di partenza anche per Cima Marana. Poi proseguiamo verso Contrà Castagna, ma svoltiamo subito a sinistra e poi a destra; è tutto ben indicato, non puoi sbagliare. Scendiamo sempre dritti; al bivio non prendere la strada a destra ma continua sempre diritto fino a giungere a Contrà Pasquali con la sua fresca fontana e quindi al ristorante La Campana, dove puoi fare una sosta prima di proseguire su strada asfaltata. Se vuoi, puoi fare una breve deviazione per osservare la location dell’osservatorio astronomico. Qui eventualmente ti puoi fermare per la notte e magari organizzare una serata all’osservatorio, previa prenotazione o consultazione sul sito delle date disponibili.

La vista si apre ancora verso Durlo e la Purga di Durlo. Proseguiamo per cento metri e poi deviamo a sinistra verso Cortesani. Siamo di nuovo in mezzo al bosco e arriviamo alla bella Contrà Cortesani, dove si trova la Fontana della Vita, datata tra il 1600 e il 1700, davvero molto suggestiva a mio parere. È la prima volta che passo di qui e poco più avanti c’è la storica chiesetta. Proseguiamo sulla strada asfaltata fino ad arrivare a Contrà Zanconati, dove trovo sempre piacevole fare una sosta rigenerante dai Nonni. Qui puoi anche fermarti per la notte: l’agriturismo dispone di tre camere, l’ambiente è molto familiare e la cucina casalinga è ottima. In questo video trovi un piccolo assaggio del trekking.


Inoltre faccio anche il pieno con la acqua fresca della fontana Zanconati.

Verso Campodalbero
Passiamo contrà Rope e Riva (dove passa praticamente anche il Sentiero dei presepi) e arriviamo così alla Chiesa di Campodalbero, il terzo campanile. Qui si possono ammirare diversi murales che rappresentano anche la natività. Superata la chiesa, su strada asfaltata, proseguiamo a destra dove ci sono diversi segnavia per salire a Contrà Lovati di Sopra, dove ci sono diversi animali in recinto. Da qui proseguiamo verso Contrà Lovati di Sotto e troviamo anche un bellissimo murales. Ancora su strada asfaltata per pochi metri fino a svoltare a destra fra i prati e poi nuovamente si svolta evitando la discesa verso la chiesa. Questo tratto di sentiero infatti mi è nuovo, ma sempre ben indicato. Una serie di zigzag in discesa ci porta sulla forestale che indica Molino Durlo 6 e il segnavia Tre Campanili al Vento. Dopo pochi minuti svoltiamo a destra su segnavia attraversando un ponticello. Ormai siamo alla fine del giro e la stanchezza inizia a farsi sentire.



Verso Durlo
Il tratto è ripido e poi taglia a mezza costa il monte nel bosco fino alla vecchia contrada del Gerolin, dove si trovano due case diroccate.


Un tempo questa strada era il percorso utilizzato per trasportare i defunti nella bara fino al cimitero di Durlo, poiché a Campodalbero c’era la chiesa ma non il cimitero. Proseguendo, si può tornare a Durlo in breve tempo attraversando il bosco di faggi, passando anche lungo il sentiero dell’acqua e Contra Rancan. Così si conclude il nostro anello Tre Campanili al Vento, un viaggio immerso nella storia e nella natura.
TRACCIA GPX SENTIERO TRE CAMPANILI AL VENTO
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